venerdì 22 novembre 2013

Contributo al dibattito pre-congressuale

Riportiamo il contributo di Francesco e Pietro Fazio al documento per il 2° Congresso Nazionale di SEL 2014 "La strada giusta", già pubblicato su Apriti Sel.
Indubbiamente SEL sta attraversando una fase difficile e cruciale, la scelta di alleanza elettorale col PD per rifondare tutto il centrosinistra si è scontrata con il reiterato “continuismo” della formula Monti, con la spregiudicata rottura dei patti e con l’insieme delle vicende che hanno portato prima alla rielezione di Napolitano e adesso alla inarrestabile ascesa alla segreteria di Renzi.
Il bilancio di queste scelte, a prescindere dalla loro giustezza o meno, presenta un saldo fortemente negativo. E’ vero anche che se SEL avesse scelto di andare da sola al confronto elettorale forse sarebbe rimasta schiacciata da un lato dal “grillismo” e dall’altra dalla logica del “voto utile” come dimostrano tutti i tentativi che si sono mossi in questa direzione.
Ci avviamo quindi ad un congresso nazionale in cui siamo invitati a discutere un documento che si ripromette di indicare “La strada giusta” per un’azione della sinistra italiana ed europea ma in un contesto strategico controverso e difficile e con il compito non semplice di riformulare una nuova strategia o comunque “aprire una partita diversa”.
Il contesto inoltre è ulteriormente aggravato da problemi ineludibili:
  • Le proposte di riforma della costituzione che mirano a modificare l’ordinamento della repubblica ipotizzando il rafforzamento del potere esecutivo a scapito del parlamento con pericolosi scivolamenti sulla modifica dell’art.138
Dall’esame dei documenti della commissione incaricata dal Governo si evincono con chiarezza questi orientamenti:
Non ci soffermiamo su alcune proposte della commissione che corrispondono a orientamenti pressoché unanimemente condivisi nel paese (superamento del bicameralismo paritario, superamento della sovrapposizione di competenze tra stato e autonomie territoriali introdotta dal Titolo V, e aggiungerei tra gli aspetti positivi l’introduzione di un reale diritto di iniziativa legislativa popolare, e del conseguente referendum propositivo)….. La soluzione al problema di partiti che non sono capaci di “concorrere a determinare la politica nazionale” sta quindi per la commissione nel rafforzamento dell’esecutivo, nella maggiore garanzia della sua stabilità e capacità di controllare il processo legislativo, al limite nella sua superiorità sul potere legislativo.Il cuore dell’intera proposta è la legge elettorale, che dovrebbe impedire frammentazione negli orientamenti degli elettori, instabilità (impropriamente definita anche come problema di lungo periodo, anziché di legislatura), contrapposizioni troppo nette.
(Costituzione, così i partiti vogliono salvare se stessi, di Maria Luisa Pesante)
  • Il proliferare in tutta l’unione di partiti populisti e di estrema destra per cui il segno dominante del fronte anti-euro non è progressista né di sinistra 
Per dirla col prof. Fernando Vianello “non è possibile sconfiggere i populismi con politiche anti-popolari, e senza metter mano al vero spread che è quello democratico…cercare di respingere questa ondata riaffermando i princìpi sbagliati su cui si è costruita l’unione monetaria è, più che inutile, controproducente. Impossibile sconfiggere i populismi anti-europei continuando a sfornare politiche impopolari e anti-popolari.”
Eppure è quello che coloro che si dichiarano europeisti, per esempio in Italia, continuano a fare, presentandosi dunque ancora una volta come difensori di uno status quo insostenibile: quello dei patti di stabilità, dei pareggi di bilancio, delle regole contabili che sono diventate l’unico linguaggio comune d’Europa.
Il contrasto tra necessità di dare risposte forti a problemi impellenti e quindi tracciare obiettivi qualificanti da un lato e la riproposizione di una alleanza per l’Europa con chi subordina e circoscrive “la politica” dentro i patti di stabilità e vota per il pareggio di bilancio in costituzione, svilisce e rende astratte le affermazioni e gli obiettivi pur contenuti nel documento congressuale. L’attuazione di essi è rimandata ad una coalizione che maggioritariamente si muove e si riconosce in altra direzione. Si perde così tutta la potenzialità delle proposte di SEL riducendosi esse a puro enunciato. Dovremmo invece alzare la voce e scommettere sulle posizioni di una sinistra moderna che riesca ad intercettare il malessere di tutti con la chiarezza di chi vuole trovare soluzioni possibili e praticabili.
Di che cosa ha bisogno SEL?
“prender parte in una lotta, ma con il pensiero rivolto al tutto è la funzione originaria di un partito. Essa non solo non scompare, ma viene esaltata nella lotta per l’immaginario che caratterizza la postmodernità. Ce ne sarebbe l’occasione proprio nella crisi attuale che rimette in discussione le certezze del passato. La fine del ciclo liberista crea nuove linee di frattura sul destino dell’Occidente, sulle promesse del capitalismo, sulle forme della Decisione”
Walter Tocci Il passo del gambero della sinistra
Per dirla con Fulvia Bandoli, “dobbiamo concentrarci su quello che noi, come sinistra vogliamo dire e piuttosto scommettere di spostare una parte dell’elettorato del PD, dei 5stelle, sulle posizioni di una sinistra che abbia il coraggio di parlare con chiarezza.” … di più, bisogna andare oltre,  intrecciare un dialogo e alleanze con tutti quei movimenti politici e quelle risorse della società civile, in Italia come in Europa, che già autonomamente si muovono in diversi ambiti. Bisogna allora focalizzare alcuni obiettivi strategici sui quali aprire una grande discussione nel paese, in Europa, nella sinistra e nelle istituzioni.
  • DEBITO PUBBLICO: come sostenuto da una parte cospicua degli economisti, è evidente ormai che insistere con le poltitiche di austerità porta solo ad una crescita del debito, una spirale perversa che gli stati non riescono a controllare . Per l’Italia ciò comporta una spesa annua di circa 90 miliardi di interessi che è insostenibile per il nostro paese e stronca ogni tentativo di attuare politiche economiche in grado di rovesciare l’andamento della crisi. Si deve pertanto assumere nella strategia di SEL la questione della ristrutturazione del debito. Per chiarezza: pagarne una parte e congelarne un’altra. Operando una selezione dei creditori ed escludendo le grandi holding finanziarie responsabili della crisi. Questa può essere una indicazione di politica per l’Europa che comporta la costruzione di un asse strategico con i paesi che si trovano nelle stesse condizioni del nostro 
  • . BCE: la banca europea attualmente acquista i titoli del debito sovrano dei paesi in crisi sul mercato secondario, questo ha prodotto un abbassamento degli spread , tuttavia la BCE condiziona queste operazioni al rispetto rigoroso di indicazioni di politica economica che vincolano i governi alla linea dell’austerità. Il combinato dei condizionamenti della BCE, della Commissione Europea e del F.M.I., sotto la minaccia delle grandi holding finanziarie ( i mercati), produce di fatto l’azzeramento della sovranità’ degli stati disarmandoli della possibilità di utilizzare il deficit per uscire dalla crisi e contemporaneamente ponendo una pericolosa ipoteca sulla democrazia. L’idea di costituire un’autorità monetaria autonoma regolatrice degli scambi, così come fu concepita nei trattati della CE, si è rivelata sbagliata e controproducente. Sel deve assumere come asse strategico in Europa il ribaltamento di questa situazione ristabilendo il controllo degli stati sulla politica monetaria e il controllo della politica sull’economia. Attribuire alla BCE le funzioni di pagatore di ultima istanza con potere di acquisto dei titoli dei debiti sovrani sul mercato primario non è quindi una condizione sufficiente ad uscire dall’ingorgo creato dal predominio delle banche sulla politica.. Tuttavia i poteri e le funzioni della BCE devono essere uguali a quelli della FED. 
  • La B.E.I. e i FONDI STRUTTURALI potrebbero essere potenziati, ampliate le loro funzioni e, aumentandone considerevolmente il capitale e quindi la capacità di credito per le piccole e medie imprese, costituire la base finanziaria per un bilancio del parlamento europeo. I fondi strutturali hanno mobilitato nel 2000-2006 circa 195 miliardi di euro e in quello in corso (2007-2013) sono diventati circa 335 miliardi e 60 miliardi dalla B.E.I. in totale 395 miliardi di Euro in cinque anni assolutamente insufficienti per avviare un intervento significativo..
  • VEXATA QUAESTIO: la politica economica della Germania
In assenza di qualunque politca, la bassa crescita ha reso più forti le economie già forti. (le esportazioni della Germania hanno invaso il resto di Europa) Quindi deve essere messo in discussione senza ambiguità il modello su cui è stata costruita l’Unione e le sue regole, come è altrettanto necessario contrastare la concentrazione del potere economico e politico invertendo la dinamica centro-periferia. L’asse della politica economica europea di SEL deve essere il raggiungimento della convergenza competitiva di tutte le economie di Europa. -  -  “La Germania trascina a picco l’intera eurozona. Non solo soffoca la ripresa altrui imponendo politiche di austerity che accentuano la crisi, ma si sottrae alle proprie responsabilità puntando su un modello di crescita trainato dall’export, incompatibile con le necessità dei suoi vicini.” (Dal documento del “currency report” semestrale, pubblicato dal Dipartimento al Tesoro USA) … rectius … “ chi cresce sulle spalle degli altri, comprimendo la propria domanda e appoggiandosi su quella degli altri, genera un “surplus”, il che ha una connotazione positiva. Ma il mio “surplus” richiede un “deficit” altrui per esistere, soprattutto in un’area valutaria comune in sostanziale pareggio commerciale col resto del mondo”, la vera forza dei paesi in “surplus” è di evitare di contribuire al riequilibrio: le nuove regole imposta da Bruxelles sulla sorveglianza macroeconomica prevedono che un deficit commerciale del 4% sul Pil sia un campanello d’allarme, ma nel caso di un surplus non c’è problema se si arriva fino al 6%, ( Agenor sbilanciamoci.info).
Barbara Spinelli in un recentissimo intervento su Repubblica (15 /11/2013) afferma:
“Uscire dall’impasse è possibile se la memoria si rimette in moto. Se ancora una volta i paesi vinti – schiacciati dal debito – vengono sorretti da una cooperazione internazionale che si attivi durante, non dopo i “compiti a casa”…l’Europa ha bisogno di un piano Marshall (lo propongono i sindacati in Germania) e di una conferenza sul debito delle periferie Sud, simile a quella che nel ’53 cancellò generosamente i debiti tedeschi.
Va quindi ribadita e posta al centro della lotta per un’altra Europa, l’opposizione senza ambiguità di sorta alle politiche sostenute dal governo della Sig,ra Merkel Si deve fare avanzare un progetto di unione economica e politica del continente e mettere in campo un piano “Marshall” di rilevanti proporzioni,finalizzato a rendere le economie dei paesi dell’Europa del sud più competitive puntando sulle nuove tecnologie e sulla riconversione dell’industria in termini di compatibilità ambientale. Bisogna però ribadire che se le “soluzioni europee” si rendessero, come lo sono attualmente, impossibili si dovranno cercare soluzioni interne per evitare il disastro economico già in atto
POLITICHE INDUSTRIALI
  • E’ stata letteralmente cancellata l’idea che siano necessarie o anche solo possibili politiche industriali. La politica invece deve farsi carico dei nuovi problemi determinati dalla insostenibilità ambientale del modello di sviluppo e dall’arrivo delle nuove tecnologie dell’informazione.
In linea generale la nostra proposta deve prevedere:
  • Il risparmio,la cura e il risanamento idrogeologico del territorio,
  • un piano per una mobilità sostenibile e ripensata in modo innovativo con espansione dei mezzi pubblici non inquinanti e diverse modalità di movimento.
  • la ristrutturazione e messa in sicurezza del patrimonio edile pubblico e privato
  • la cura e la valorizzazione del patrimonio naturale, architettonico, artistico e archeologico, ivi compreso il risanamento delle aree inquinate dai rifiuti industriali seppelliti dalla malavita nonché il riciclo e lo smaltimento ecologico dei rifiuti urbani ed industriali.
  • la cura della persona ampliando e modificando i servizi del welfare e della salute
Il piano potrebbe essere finanziato da Eurobond utilizzati non per ristrutturare il debito ma a fini di sviluppo rilanciando una domanda che abbia la caratteristica peculiare di essere qualificata con ricadute positive sull’occupazione e sulla qualità della stessa. Tuttavia, stante l’opposizione ferrea della Sig.ra Merkel agli eurobond, e i vincoli posti dalla TROIKA le speranze sarebbero ben poche, perché è ben poco quello che i singoli governi possono fare, privi di politica monetaria e ormai quasi anche di politica fiscale. Per questi motivi, ci si deve preparare a riappropriarsi della politica monetaria e fiscale, si devono reperire le risorse avendo il coraggio politico di rompere con il fiscal compact, e con le poltiche di austerity attuando, anche in completo contrasto con Bruxelles, una politica adeguata di deficit spending. E’ possibile inoltre, come dimostrato dalle “controfinanziarie” che ogni anno elaborano gli economisti di “sbilanciamoci.info”, operare per un cambiamento di rotta sulle imposizioni fiscali e intervenire davvero sull’evasione. In ogni caso se queste misure non saranno prese diventerà davvero molto difficile arginare il dilagare del populismo agitato dalle destre.
PER UNA LINEA DI INTERVENTO SUL SETTORE FINANZA
Si puo’indicare un percorso sul quale sia possibile trovare convergenze e alleanze politiche, avvalendosi del lavoro di centinaia di economisti ed esperti. Si tratta di individui e associazioni che in questi anni hanno elaborato un ventaglio di proposte autorevoli ed argomentate che possono portare il paese e l’Europa fuori dalla crisi e che possono essere fatte proprie da SEL all’interno del documento congressuale.
Ecco i punti:
  1. Il settore finanziario deve essere ridimensionato rispetto alla economia reale.
  2. La politica e la società devono mettere sotto controllo un’area che pretende di governare il mondo.
  3. la finanza deve essere riportata alla sua funzione di sostegno alla produzione dei beni
  4. Devono essere vietate quelle innovazioni devastanti che non dimostrano di avere alcuna utilità per l’economia
  5. Non è assolutamente accettabile “la disciplina spontanea del mercato”
6 Bisogna mettere in campo un forte sistema di regole e supervisione in campo nazionale e non solo.
Le regole non devono limitarsi alle banche ordinarie ma devono necessariamente investire: investment bank, structured investment vehicles,il sistema bancario ombra,i fondi, gli hedge fund e i private equity fund
Creazione di un sistema di supervisione che elimini il rischio sistemico
Costituzione di un organismo di difesa dei consumatori
  1. Riforma del sistema di remunerazione dei manager
  2. Divieto di cartolarizzazione o almeno rivisitazione, il rischio non può essere trasferito per intero, una quota deve restare al venditore
  3. L’accordo di Basilea 2 deve essere cambiato: le banche devono essere obbligate ad uno standard più elevato di mezzi propri in relazione ai rischi, devono inoltre essere obbligate ad accrescere il loro capitale nei momenti di boom e devono produrre titoli di credito che si trasformino rapidamente in capitale in caso di difficoltà.
  4. Si deve ripristinare in USA la Glass Steagall act, e in Europa e in Italia si deve creare un sistema di banche minime ( narrow bank) che svolgano solo attività finanziarie tradizionali sul territorio e non quelle di trading o speculative
  5. Costituzione di banche pubbliche in concorrenza col settore privato o almeno potenziare e ampliare le funzioni della Cassa Depositi e Prestiti per sostenere il credito alle piccole e medie imprese a costi sopportabili, stipulare mutui con i cittadini a tasso agevolato, supportare i giovani che vogliono far partire iniziative imprenditoriali
  6. Ridimensionamento e controllo se non abolizione di Hedge funds e Private Equità su tutto il territorio nazionale e non solo
  7. Costituzione di Agenzie di rating pubbliche – Revisione anche dei criteri di valutazione in bilancio dei titoli e dei contratti finanziari
  8. Regole miranti a mettere sotto controllo i derivati trattabili solo in istituzioni ufficiali aumentandone le garanzie
  9. Messa fuori legge dei Credit Default Swap naked, cioè senza il possesso del sottostante
  10. Elaborazione norme di contrasto in ordine ai “paradisi fiscali” o comunque divieto ad imprese che hanno strutture proprie in un paradiso fiscale di svolgere attività nei paesi OCSE
Introduzione di una tassa su tutte le transazioni finanziarie
  1. I fondi pensione hanno goduto finora di una irresponsabile e ampia libertà di intervento,infatti, hanno impiegato le loro risorse per acquistare titoli azionari, derivati,hedge fund e private equity … giocandosi i soldi dei lavoratori al casinò della finanza, bisogna vietare ai fondi pensionistici di intervenire in mercati e strumenti con rischi elevati e si devono vietare i fondi pensione di carattere privato.
Ed infine la questione morale: è necessario ridare alla politica credibilità e forza attraverso una campagna di moralizzazione della politica, ascoltando le richieste che vengono dalla società civile e avendo il coraggio di praticare quella cessione di sovranità che dia voce e cittadinanza e passione alla politica che nasce sui territori. Legislature brevi, liste composte dai circoli e non dalle segreterie, collegamento tra i deputati e i territori con periodiche verifiche, revisione degli stipendi parlamentari e controllo sui rimborsi sono soltanto alcune delle proposte percorribili affinchè l’onda del grillismo, facile ai consensi spontanei, non travolga tutta la sinistra e insieme ad essa quel soggetto che dovrebbe rappresentarla.
I SOCIALISTI EUROPEI
  • Esiste un’alternativa concreta alle posizioni oggi assunte dal partito socialdemocratico tedesco che ha condiviso la politica di “austerity” nei confronti del sud d’Europa, e sostanzialmente appoggia la politica dei “compiti a casa” rivolta agli stati più poveri?
  • E’ sufficiente la timida richiesta alla Merkel di rilancio dei consumi e della domanda in Germania o quantomeno di aumentare i salari al pari dell’aumento della produttività?
  • Sono disponibili i socialisti europei ad una politica “Rooseveltiana” nei confronti della finanza o almeno a mettere regole certe all’operare ormai privo di qualunque sensatezza delle grandi holding finanziarie?
Su questo terreno necessita una politica coraggiosa e capace di riappropriarsi di un ruolo egemone rispetto all’economia ma quanto e come ha trasformato in questi anni le idee della sinistra europea il dilagare del neoliberismo? Quale ruolo dovrebbe giocare allora SEL all’interno del Partito Socialista europeo? Quale capacità e possibilità avrebbe di incidere sulle grandi decisioni in questo luogo ampiamente conquistato dalla cultura del pensiero unico? Sicuramente sarebbe più efficace una politica europea tesa a coagulare attorno ad alcune soluzioni possibili tutte quelle forze e quei movimenti politici, interni o esterni ai partiti, che si stanno collocando in posizione critica rispetto non solo alle scelte ma anche a tutta l’impostazione della politica e delle regole economiche nell’eurozona. E’ più credibile e più utile che SEL intraprenda questa direzione cercando di dare un proprio originale contributo alla costruzione di una sinistra europea fuori dal pensiero unico.