domenica 11 agosto 2013

La Tragedia della Plaja

Il lutto cittadino proclamato dall’Amministrazione Comunale per il prossimo 14 agosto è un gesto di estrema civiltà e di rispetto esemplare. Rispetto per quelle sei vite infrante sulla sabbia del nostro litorale nella notte tra venerdì e sabato. Vite spezzate che ci si limita a definire, a seconda dei casi, “corpi”, “cadaveri”, “migranti”, “extracomunitari” oppure soltanto “clandestini”, ma che invece avevano nomi, cognomi, famiglie, indirizzi, storie, sogni e fiducia, tanta, in un futuro migliore lontano da casa.
Particolari, questi, di cui forse nessuno verrà mai a conoscenza e che, molto probabilmente, resteranno per sempre inghiottiti dal mare e trascinati a fondo dalle sue correnti. Quello stesso mare che, tragedia dopo tragedia, assomiglia sempre di più ad un cimitero.

Mercoledì ricorderemo queste vite, con dolore e partecipazione, cercando le parole adatte, avulse da qualsivoglia forma di ipocrisia o retorica, affinché si provi a mitigare un così tale sconforto. Ma sin da ora, la Società tutta – senza il preclusivo epiteto “civile” – dovrà impegnarsi a non dimenticare i bambini, le donne e gli uomini sopravvissuti a questa terribile traversata, cui dovranno essere garantiti improrogabilmente e inderogabilmente i propri diritti e le legittime tutele. A tal riguardo, intendiamo rivolgere il nostro più sentito plauso alle Forze dell’Ordine, alla Capitaneria di Porto, alla Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco, agli operatori sanitari, ai volontari, agli attivisti e a tutti quei cittadini catanesi che, sin dalle prime ore di sabato mattina, hanno prestato non solo la propria assistenza e professionalità, ma anche la più personale delle doti:  l’umanità, rammentando che è a costoro che viene quotidianamente affidato il difficile – e spesso ingrato – compito di rappresentare in prima istanza lo Stato italiano ed il suo grado di civiltà, non soltanto giuridica.

Pertanto, consapevoli delle difficoltà in cui i soggetti sopra menzionati operano e del dramma esistenziale che accompagna i protagonisti di ogni singolo sbarco, piccoli o grandi che siano, chiediamo, affinché tali tragedie non abbiano più a ripetersi, una pronta risposta da parte delle Istituzioni italiane - sollecitando anche l'intervento del legislatore comunitario - stante l’ormai conclamata inadeguatezza dell’impianto normativo attualmente in vigore in materia di immigrazione e di condizione dello straniero.

SEL CATANIA - CIRCOLO GRAZIELLA GIUFFRIDA